Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
. Ma coll'autorità che mi compete come sacerdote e tuo curato, ti dico che è obbligo tuo, non per vendetta contro chi t'ha offeso, ma per ubbidienza
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
paragone se non il ricondurre sotto una legge generale due o piú fatti che alla prima parrebbero del tutto indipendenti da principi comuni? Dico questo
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
tutto s'informi, e sentirà che ora s'usa. Poi, non mi vanto; dico che l'ho perché è vero, e promisi di non dire se non cose vere... Del resto
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
maravigliarmene da vecchio dell'umana bontà. Quando penso che ci sono a centinaia uomini che si mettono nelle società segrete, dico che hanno pur ragione
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
signora lettrice, come ha fatto il suo umile servo? Dia retta, e glielo dico subito. Avevo dai venti ai venticinque anni, buona fibra, pochi pensieri
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
ritto sull'uscio suo, senz'altro indosso che la camicia, e gli dico mezzo ridendo: - Credevo che andavi pel secondo sonno! - Non dormo, no; non dormo
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
verificava il proverbio Nihil sub sole novum, non si chetava mai. Non mancava, come dico, d'un'infarinatura di lettere italiane e latine, e di un